Tutte cavolate !
Il sapore del cavolo verza ( Brassica oleracea sabauda) non è tra i miei preferiti ma mi attirano la sua forma tonda ed elegante e le sue belle foglie grinzose dal verde cupo delle più esterne al pallidissimo giallo verde delle più interne. Così, un giorno d’inverno l’ho comprato e messo in frigo. Passa un giorno, passa l’altro ma di cuocerlo non è mai il momento. Poi, nel tragitto tra il frigo e la pattumiera, scatta l’idea. Me lo porto in laboratorio e comincio a staccare le foglie esterne ormai ingiallite. E da lì comincio a fare tutta una serie di … cavolate!
Prima idea del cavolo: stendo col mattarello una bella sfoglia di morbida argilla da tornio; vi sovrappongo la mia bollosa foglia ingiallita e ripasso il mattarello. Risultato entusiasmante! Ritaglio la mia prima sfoglia e ne ricavo una specie di vassoietto.
Una cavolata tira l’altra e comincio con le varianti.
Ottengo altre ” foglie “che sistemo in una forma tonda sovrapponendole parzialmente e incollandole con la barbottina fino a formare un ” cavolo” di argilla cavo da usare come vaso da fiori. Poi è la volta di piccoli contenitori a forma di cavolo: in terra rossa, terraglia bianca ed anche entrambe, mischiando gli avanzi per ottenere effetti marezzati. I miei cavoli si arricchiscono di bruchi ( del cavolo) e di farfalle ( cavolaie,naturalmente!) e di lumache.
Dopo la prima cottura a granfuoco sono soddisfatta dei vasi da fiori che utilizzo così , in terracotta. Per le cavolate più piccole sperimento maiolica, smalti, venature sotto smalto e cuocio la seconda volta. I risultati sono diversi ma gradevoli e mi sono risparmiata la puzza di cavolo in cucina!