Spugne : morbidi , carezzevoli scheletri
Il mare tempestoso, in questa stagione, dissemina le spiagge di tanti detriti eterogenei. Restituisce al mittente ( il solito sedicente Sapiens Sapiens) bottiglie, flaconi usati, scarpe, medicinali, barattoli, vetri, giocattoli ed ogni genere di mercanzia in pezzi di vario taglio. Su tutto troneggia il polistirolo : così bianco, così lieve, sembra innocente ed invece è una vera calamità. Si frantuma in infinite, minute palline che, in mare soffocano i piccoli pesci che le inghiottono ed in terra, come una maligna, indistruttibile nevicata si insinua ovunque. Sulla spiaggia si accumulano anche tronchi, rami, canne ed altri resti vegetali che precedenti mareggiate hanno raccolto dalla terraferma ed ora restituiscono.Ma,tra tutta questa scoraggiante spazzatura, dovuta alla colpevole incuria dell’uomo, il nostro bellissimo Jonio è ancora capace di tirar fuori dalle sue viscere piccole meraviglie per chi ha occhi per vederle.
Ogni tanto una pietra pomice, che, galleggiando galleggiando, da lontane isole vulcaniche giunge a spiaggiarsi fino a qui. Ottima per levigare callosità ed inspessimenti della pelle. Considero un regalo anche le montagne di lunghe foglie secche di posidonia, con il loro acuto odore di mare che fanno arricciare nasi più sofisticati del mio. In una nottata di scirocco il mare le porta, in una nottata di tramontana con moto ondoso contrario se le riprenderà. Piccole luccicanti conchiglie o frammenti di grandi mi sorprendono con un disegno, un punto di colore diverso dal solito od una qualche forma mai vista.
E,nelle calette, nei luoghi più riparati, tra l’erba, il vento ammucchia le spugne che, asciugate dal sole, diventano lievi come piume. Sono una trina dorata tra tanta spazzatura. Sulle spiagge joniche del Salento direi di averne visto più di una trentina di tipi. Appartengono alla famiglia dei poriferi e in gran parte si sbriciolano al sole. Sono scheletri, gli scheletri esterni di simpatici animaletti a forma di fiaschetto che vivono in colonie ad una profondità che va dai 20 ai 60 metri. Il mare ha già ripulito queste forme aggraziate dalla membrana esterna ( la pelle che le ricopriva) di cui a volte persistono residui ( che le fanno sembrare sporche di catrame). Sono poriferi dallo scheletro fibroso ed elastico, animaletti marini che da larve migrano verso nuovi insediamenti ma da adulti si installano su rocce e fondali dove assorbono, filtrano ed espellono acqua marina trattenendo ossigeno e cibo per le loro funzioni vitali. Da alcune varietà l’uomo, fin dalla antichità classica, ha tratto vantaggio. Già i greci le usavano per imbottire gli elmi ed attutire i colpi e sono citate nell’Iliade e nell’Odissea. Aristotele ne riconobbe la natura animale. Contenendo una buona percentuale di iodio ( che si sprigiona per arrostimento), nella medicina medioevale furono usate per combattere il gozzo. Fu segno di raffinatezza, nel Rinascimento, usarle per lavarsi. Pochissime le varietà atte a questo scopo. Nel Mediterraneo e nello Jonio in particolare, vive la spongia officinalis var.mollissima comunemente chiamata fine dama: elastica.morbida, assorbente.
Non è però così facile utilizzarle perché la sostanza organica che compone gli scheletri di questi animaletti è costituita da spongina che aggrega a sé sabbia, rocce, foraminiferi per rinforzare la propria struttura.
Dunque, dopo il magico momento del ritrovamento sulla spiaggia, inizia un lungo lavoro: una quotidiana serie di lavaggi e spremiture per eliminare la sabbia, le incrostazioni e il dannato polistirolo. La cosa può andare avanti per settimane fino a quando l’acqua del risciacquo è pulita. Poi procedo ad un bagno in acqua tiepida con un po’ di acido muriatico ( per sciogliere i residui calcarei) ed infine una giornata immerse in un comune prodotto da bucato sbiancante all’ossigeno. Di nuovo qualche giorno di risciacqui ed infine una buona asciugatura al sole rigirandole spesso. Solo allora è pronto un piccolo regalo, ideale per la pelle delicata di Amanno e di Paolo: i nuovi nipotini nati quest’estate!
P.S. marzo 2015 Ho trovato una spugna con la membrana esterna intatta : è la prima che vedo. Eccone due foto: