Polpo in tutte le salse (ceramistiche)
Il polpo, ceramisticamente parlando, lo si può servire in numerose versioni.
Crudo, plasmato in morbida argilla si presta ad essere modellato a piacere disponendone i tentacoli in pose suggestive con attenzione però agli spessori ed ai ritiri particolarmente insidiosi in una composizione che prevede un corpo massiccio e delle appendici filiformi.
Continuando a scherzare col paragone culinario il nostro pseudo polpo, una volta ben asciutto, lo si può cuocere al “mattone”. Regolato il forno a 960°, il giorno dopo si potrà effettivamente ritirare un estroso mattone di terracotta a forma di polpo. Non più tenero, ma bello biscottato, lo si può ora cucinare in varie salse : tuffato nella maiolica ( poi aerografato o dipinto) oppure dipinto prima e poi rivestito da una soffice coltre di cristallina od ancora, volendo ( è la ricetta più veloce) semplicemente smaltato in uno o vari colori. Passato al forno per una notte, sui 920°, il giorno dopo sarà caldo, lucido e …gustoso ( per la gioia degli occhi e del tatto.)
Ci si può anche limitare ( con altrettanto piacere) ad una piccola preparazione da passare solo al piccolo fuoco ( circa 750°) dipingendo la nostra idea di polpo su piastrelle comprate belle e fatte. Colori da terzo fuoco in questo caso, morbidi pennelli, l’impasto preferito, reminiscenze classiche o interpretazioni personali ed in qualche ora il polpo è pronto (vedi articolo terzo fuoco).
Io uso tutte queste formule perché trovo il polpo affascinante e già mi conquistò da ragazzina la sua raffigurazione su un vaso minoico rinvenuto a Creta ( del 1500 a.C. circa) da cui ancora non mi stanco di trarre ispirazione.
Il polpo alla ” pignata” in casa mia lo si può avere in due versioni che con le precedenti preparazioni hanno in comune la terracotta. In un caso si cucina un polpo ” in effige” (sorpreso nel momento in cui tenta di fuggire dalla pignata) e nell’altra la terracotta si fa contenitore per una cottura lenta e dolce (la pignata appunto) di un autentico polpo.
La ricetta : taglio il polpo a pezzi. Metto la pignata sul fuoco con il polpo (vero!) , il sedano , la carota, la cipolla tritati e un’ ombra di olio di oliva extra vergine. Lascio cuocere lentamente fino a che il polpo si sarà ben colorito. Aggiungo un po’ del mio aceto balsamico di vincotto ( ricetta articolo “settembre: “cottu” e vin cotto salentino”) e il sale aromatico alle erbe ( ricetta articolo di questo blog: “J’adore i rosmarini!”). Lascio evaporare e aggiungo la salsa di pomodoro. Cuocio a tempo indeterminato fino a che la salsa è ben addensata e scura e il polpo tenerissimo. Giro ogni tanto quando passo in cucina. Anche questo tipo di preparazione mi dà gusto, in un senso diverso dalle precedenti!