Pasqua: la Caremma deve morire!
La Caremma, oggi, deve morire. C’è chi la dice moglie in lutto del Carnevale, chi la considera “memento mori”, chi la identifica con l’antica Parca ancora pronta a tagliare il filo della vita, chi simbolo del gusto amaro della sofferenza.
Comunque la si prenda, oggi, la vecchiaccia deve morire! E di morte violenta, arsa viva in mille modi, a seconda delle tradizioni dei vari paesi. A Gallipoli, allo scampanio festoso del mezzogiorno di Pasqua si uniscono i botti scuri dei fuochi d’artificio che indicano che, in ogni quartiere, si procederà a cacciare la Quaresima e le sue privazioni, la miseria, la tristezza e qualunque spiritello maligno aleggi nei dintorni.
È il momento dello sparo della Caremma. Le vecchie, inquietanti neri fantasmi appesi ai crocicchi ed ai palazzi, hanno perso l’ultima piuma conficcata nella loro arancia amara (vedi, se vuoi, articolo del blog sulla Caremma).
È festa, è primavera, è ora di lauti pasti e grandi tavolate. La Caremma viene imbottita di petardi e accesa. Via! Inizia un nuovo ciclo e la Speranza, ultima Dea, a quel fuoco liberatorio riprende coraggio e si stende su tutti e promette quel che forse non manterrà, ma… per un attimo aleggia su tutti una grande gioia liberatoria.