J’adore i rosmarini!
La prima volta che ho visto il rosmarino ho iniziato la più lunga, sonora e aspirata serie di “ooohh!” che abitualmente e irrefrenabilmente riservo alle mie scoperte botaniche.
Non sto parlando di quella cosa che si compra al supermercato e neanche di quelle belle piantine tutte composte e utilitaristiche che si coltivano nell’orto, vicino alla porta della cucina per insaporire l’arrosto e le patate fritte.
Ho incontrato la rugiada di mare (ros marini) primigenia, nel suo habitat e non sapevo che esistesse.
Una emozionante scoperta per me, da poco salentina di adozione.
Dune di sabbia, sferzate dal vento marzolino, coperte da una vegetazione di un verde lucido, fitta, compatta, profumata.
Piante grandi, grandissime, piegate dal vento e ricoperte di una miriade di fiorellini azzurro cielo di primavera.
Il litorale che unisce Mancaversa al Parco Regionale è solitario in questa stagione e permette di ubriacarsi di vento e di mare, di tornare a casa con gli occhiali appannati dal salmastro e i polmoni in festa.
Se si vuole trarre dalla passeggiata anche un profitto culinario oltre che psicofisico basta rientrare con qualche tenero rametto di questo salato rosmarino spontaneo, qualche foglia di mirto e una manciata di bacche , un ciuffetto di timo ( si trova tutto sul posto!). A casa aggiungere uno spicchio d’aglio e mettere le foglioline e le bacche ben lavate ed asciugate in un robusto tritatutto con abbondante sale grosso. L’aromatico sale che se ne ricaverà servirà per condire profumatamente carne o pesce fino all’esaurimento del barattolo perché il sale conserva inalterato il profumo delle spezie.