Ottobre, il melograno
È maturo il più regale dei frutti. Ha anche la corona! La balausta, il frutto del melograno (che ha ispirato tutte le balaustrate delle nostre chiese) è la più bella e perfetta e ingegnosa creazione del mondo vegetale che io conosca.
La sua buccia è un’armatura coriacea color del tramonto a maturità; racchiude logge membranose con al loro interno ordinatissimi chicchi rossi, più belli dei rubini. Persefone nell’Ade ne mangiò sei e così abbiamo l’autunno e poi l’inverno. I fiori, rosso vivace, illuminano l’estate anche su pendii sassosi e assolati, i frutti, dolci e amarognoli colorano l’autunno e poi sono le foglie a dare spettacolo prima di cadere.
Il melograno è un alberello di grande compagnia: segna le stagioni con le sue foglioline rosse a primavera, i suoi fiori in estate, i frutti in autunno e la corteccia grigia e contorta in inverno.
È pianta antichissima e così bella che tutti i popoli che l’hanno avuta come compagna, dall’Asia centrale al Mediterraneo, l’hanno celebrata in miti e leggende. Nel 2500 a.C. era già raffigurata e i suoi frutti vennero conservati nelle tombe egizie, era sacra ai fenici, ne parlano la Bibbia nel Cantico dei Cantici e Omero nell’Odissea. Il melograno, Punica granatum, era appunto coltivato a Cartagine all’epoca della sua distruzione e di qui fu importato a Roma.
Il suo succo dolceamaro è una delizia. L’ho bevuto per la prima volta in Turchia, a Efeso e a Pergamo, spremuto per strada con degli attrezzi metallici a leva che ricavano il succo per pressione evitando di contaminarlo con l’amaro della buccia. Da allora, ogni autunno, spremo i melograni con degli spremiagrumi italiani a leva che regolarmente rompo perché non sono abbastanza robusti.
Se tornerò in Turchia per prima cosa mi comprerò uno spremimelagrane autentico!
Ottobre 2013: Ho trovato una soluzione all’annoso problema della spremitura del melograno. Non così semplice come in Turchia ma senz’altro valida.
Sgrano i melograni (e questo è l’aspetto noioso) poi metto i chicchi nel comune passaverdura a mano. Separo così il succo dai semi. Una bevanda deliziosa ed estremamente salutare! Ho anche sfruttato la scoperta per realizzare una raffinatissima gelatina di cotogne e melagrane. La dolcezza e il profumo delle cotogne si sposano deliziosamente con il dolce amaro delle melagrane. La ricetta è quella della gelatina di cotogne ( vedi articolo sul cotogno) con l’aggiunta del succo di melagrana in proporzione di 2/3 succo di cotogne ed 1/3 di melagrana.