Giugno, vernacucchia ovvero l’albicocca
Vernacucchia, così chiama Marisa la piccola albicocca che, nei primi giorni di giugno, matura nel suo giardino di Taviano. Per noi segna l’arrivo dell’estate anche se nel nome, con quel “ver-“ c’è ancora un pizzico di primavera. La prima volta ce le portò Antonio ed adesso Irene continua la tradizione. Noi le assaggiammo con piacere ma non eravamo preparati ad assaporare qualcosa che albicocca è, ma molto lontana da quelle che puoi trovare dal fruttivendolo. E’ un frutto effimero: l’intera maturazione del raccolto avviene nell’arco di una settimana, quasi due, al massimo. Appena maturo il frutto si stacca dalla pianta e cade. Bisogna quindi raccoglierle due volte al giorno perché la buccia , sottilissima, a contatto con il suolo, si lacera. Il profumo è molto intenso, la polpa fondente, quasi liquida e dolcissima ,con un piccolo retrogusto salato, il nocciolo piccolo e tondeggiante non si stacca dalla polpa neanche a completa maturazione. Non è serbevole, si ammacca subito: in altre parole è una di quelle meraviglie che non si possono comprare. O hai la fortuna di assaporarla o non l’hai; il supermercato non ti può aiutare. Io conosco solo quest’albero e non so se sia imparentato con quelli più noti di Galàtone.
L’albicocca di Galàtone (arnacocca in dialetto) è anch’essa varietà precoce, dal frutto piccolo, dal profumo intenso e capace di fondersi in bocca. È oggetto di un presidio slow food che comprende i comuni di Galàtone, Nardò, Seclì e Sannicola. Questa dunque è terra di albicocche: di vernacucchie e arnacocche.
Frutti antichi e davvero speciali!