Giugno, il timo.
Il profumo del timo, in Salento, supera i confini della vita. Tumu è il nome dialettale di questa pianticella, thùmon in greco e, sempre in greco, thumòs è il fiato, la forza vitale, la facoltà dell’anima di sentire e amare: la vita stessa. Questi termini trovano tutti la loro radice in thuo: mando un forte profumo. Tale è il timo ( e non vi annoio ulteriormente con i successivi passaggi che portano, attraverso il latino fimus, poi fumus, a profumo!). Il timo fu, per eccellenza, la pianta usata nei sacrifici agli dei per il suo profumo (thuo ha già in Omero ed Erodoto anche il significato di sacrifico con profumo, sacrifico ad un dio).In questa area, per lungo tempo ellenofona, si incontra nel “tumu” una corrente carsica di ancestrale religiosità.
Un’amica novantenne ricorda ancora, con commozione,come la nonna, incontrando un cespuglio di timo, ne cogliesse un rametto e dopo averlo odorato e fatto odorare recitasse: “Ndha’ friscu recumaterna a tutti li morti” (Dai sollievo ed eterna pace a tutti i morti). Onorati e ricordati così gli antenati metteva il rametto nella cintura del grembiule e nonna Adelaide con la piccola Gina riprendeva il cammino.
In giugno fiorisce il timo. È una delizia in questa stagione una passeggiata, al tramonto, verso il Pizzo, tra questi cespuglietti fioriti di rosa dall’odore penetrante e balsamico.
La specie che cresce spontanea in Salento è il thymus capitatus: più ispido, resistente e calpestabile dei suoi congeneri. Vive sulle scogliere più aride e soleggiate, a pochi metri dal mare e regala, a chi lo calpesta passando, il suo aromatico profumo. La pianta fresca veniva messa sotto il cuscino affinché il suo profumo calmasse la tosse dei bambini. Il decotto, concentrato e filtrato veniva lasciato all’aria aperta durante la notte e poi usato come antidiarroico.
Delizia per le api che vi ronzano sopra instancabili e per la cucina.
I Romani lo usarono come antisettico e contro il mal di testa. Deve le sue proprietà medicinali principalmente al timolo che è un ottimo battericida e giova all’apparato respiratorio.
Ma è, oggi, soprattutto un alleato in cucina: ottimo da aggiungere al pesce, alla carne, alle zuppe e agli arrosti.
Con esso preparo un ottimo sale che si conserva a lungo e permette di abbondare con le erbe aromatiche ed essere parsimoniosi con il sale accontentando comunque il palato.
Sale di macchia mediterranea : macinare con abbondante sale fino foglioline di timo, rosmarino, un po’ di bacche di mirto e conservare in barattoli di vetro. Servirà per tutto l’anno per insaporire le vivande. (Gli stessi barattoli , aperti, collocati negli armadi, profumano e raccolgono l’umidità.)