Febbraio: le violacciocche
La minima matthiola tricuspidata occhieggia, con i suoi piccoli fiori rosa viola sulle spiagge e tra i sassi a cominciare dall’autunno fino alla primavera inoltrata. Non teme il vento né la salsedine e regala ora, in febbraio, dei tappeti compatti in cui il rosa dei fiori supera di gran lunga il verde delle foglie. Sono già turgide e pronte a sbocciare, per marzo e aprile , anche la matthiola bicornis e la matthiola sinuata. Sono distribuite ovunque sul litorale che collega Mancaversa alla Torre del Pizzo. Piante originarie del bacino del Mediterraneo che possono essere una preziosa risorsa per i giardini di mare. Le violacciocche semplici, al contrario dei loro più appariscenti ibridi, possono regalare la loro selvaggia e scompigliata bellezza ad ogni angolo , anche sassoso e povero, purché assolato.
La specie deriva il suo nome dal senese Pierandrea Mattioli (1500-1577), medico imperiale a Vienna, esperto botanico ed autore di un famoso trattato del 1544 illustrato con splendide incisioni.
La matthiola bicornis o volacciocca notturna è originaria della Grecia ed ha uno sviluppo ampio e ramificato; deve il suo nome ai lunghi baccelli dei semi, coronati da due piccoli corni. I suoi fiori, rosa lavanda, sprigionano dal tramonto all’alba un dolce profumo che sa di miele e di giglio, con una piccola, innegabile sfumatura di cavolo. Appartiene alla famiglia delle crucifere ed il sangue non è acqua, neanche per le piante! Se amate sentir vagare nell’aria questo sentore complesso sarà bene mettere qualche pianta là dove spirerà il vento della sera ed accettare le critiche di chi dirà che sa di cavolo. Voi sosterrete che è profumo di giglio e gelsomino. Anche queste essenze così apprezzate hanno note sottostanti non così armoniose come si dichiara!