Ceci continue de ne pas être un poisson : divagazioni surrealiste
Amo Magritte, fin dall’adolescenza. La sue opere sono un rivitalizzante massaggio al cervello.
Una pipa è una pipa, un pesce è un pesce. Una tela e dei colori non sono una pipa. Del legno, della terracotta, delle conchiglie, un po’ di colla non sono un pesce e continuerà ad essere così.
Magritte lo ribadisce con l’inchiostro di China su carta del 1952 che intitola ” La trahison des images” come la famosa pipa del 1929 : ” La fameuse pipe … Me l’a-t-on assez reprochée! Et pourtant… Pouvez-vous la bourrer (=caricare) , ma pipe? Non n’est-ce pas, elle n’est qu’une représentation. Donc, si j’avais écrit sous mon tableau: ” ceci est une pipe” j’aurais menti.”
Lapalissiano. ” Monsieur de la Palice est mort, est mort devant Pavie. Un quart d’heure avant sa mort, il était encore en vie”. Ovvio! , ma non così evidente a tutti . Questo tipo di pensieri, in un universo mentale annegato in immagini che rappresentano cose che non vedremo mai, pretende una disponibilità a mettere in dubbio le certezze del vedere e non solo quelle.
Una tavola, trovata sul mare, mi ha immediatamente imposto una serie di pensieri confluiti infine, con grande divertimento, in un non-pesce ( come dice anche la targhetta!) realizzato, dopo vari tentativi, in terracotta, conchiglie dentalio ( dente di elefante), e colla.
( Quando io modello Marisa ricama e così abbiamo anche una non-pipa in fili e stoffa!)
Il mare mi ha anche offerto, in una notte di tempesta, due boe spiaggiate che hanno subito richiesto, per “diventare” mele fuori scala, due foglie a testa ( in terra rossa, maiolicate e dipinte), un po’ di corda ( anch’essa gentilmente offerta dal mare), un legno per picciolo. Gialle mi sembravano monotone, le ho fatte maturare con qualche tamponatura di colori acrilici.
In un tuffo, una pietra con due buchi, sul fondo sabbioso, mi ha suggerito un piccolo idolo che condensa in sé generi e simboli delle svariate stele italiche, dal nord al sud.
E poi, qualche giorno dopo, un cielo a pecorelle (che in Salento non porta mai acqua a catinelle!) mi ha fatto venir voglia di paesaggi con surreali pecorelle. E’ stato tecnicamente stimolante perché ho provato ad aggiungere, alla sfoglia delle “nuvole” a durezza cuoio, delle gocce di barbottina per ottenere un effetto ” vaporoso”. Facile, dopo averci preso un po’ la mano.
Chissà quale nuova fantasia mi ispirerà prossimamente la mia amata “spazzatura di mare”.
Curiosa notarella surreale:
Il “non pesce” attira l’attenzione dei visitatori. Le mie spiegazioni “alla Magritte” portano, qualche volta, ad un commento un po’ così:” Allora , se non è un pesce, sarà una lisca di pesce!”
Per essere più chiara ho aggiunto una seconda targhetta! :