Agosto: il finocchio di mare
Il finocchio di mare è su queste coste e su molte altre la cosa più insignificante per un occhio distratto. La si potrebbe chiamare erbaccia di mare. Cresce là dove si frange l’onda, sulle rocce più esposte agli spruzzi e alla salsedine. Ha un aspetto dimesso, di cespuglietto arrotondato, glauco, con carnose foglie lanceolate. In agosto fiorisce.
Le sue ombrelle sono di un verde pisello, graziose per chi ama guardarle. Ha uno spiccato aroma che ricorda il finocchio, da qui il suo nome volgare. Il nome scientifico è chrithmum maritimum ed appartiene alla famiglia delle ombrellifere. È specie alofila: amante della salsedine.
Possiede nella sua linfa una concentrazione salina molto simile a quella dell’acqua di mare e quindi vive bene nel suo habitat estremo.
Per le sue caratteristiche aromatiche e di sapidità viene utilizzata in Salento (e pare anche sulle rive del Mare del Nord, in Inghilterra e Irlanda) per realizzare una giardiniera da usare in insalate, con il pesce, per contorno al bollito. Per questo uso la si deve cogliere in maggio-giugno, prima della fioritura, quando spuntano i nuovi , teneri getti. Si raccolgono, si lavano e asciugati grossolanamente si mettono in barattolo, coperti di aceto. Tutto qui. Dato il potere antisettico dell’aceto e l’alta concentrazione salina nella linfa del finocchio la preparazione si conserva in perfetto stato e può essere consumata lungo tutto l’arco dell’anno. Oltre a conservarlo così io preparo dei vasetti misti dove al finocchio di mare aggiungo le giovani infiorescenze di quello selvatico ( vero finocchio) e i boccioli del cappero. Ma di queste piante vi parlerò un’altra volta.