Scorrano, un paese vestito di luce
Scorrano, in terra d’Otranto è un borgo di meno di settemila anime che il 6 di luglio, per festeggiare S.Domenica, la sua santa patrona, si veste letteralmente di luce.
Al tramonto scompaiono i palazzi, le stradine e le strade, le case e i giardini e sorgono architetture fantastiche, archi di luce, gallerie di ametiste, torri di diamanti con una sontuosità ed uno sfarzo difficilmente immaginabili.
In Salento la festa è corale, partecipata, sentita, religiosa e civile in un amalgama indistricabile. Il profumo della festa è la cupeta, un croccante dolce di mandorle caramellate lavorato e venduto in piazza, caldo caldo. Il suono è la pizzica che si diffonde ovunque e porta il sorriso sulle labbra e la frenesia nei piedi. Ma le luminarie sono l’abito, la scenografia entro cui tutti si muovono. Le “parazioni” trasportano tutti i presenti in un’atmosfera magica, sconosciuta altrove.
S.Domenica, la santa di Scorrano, è una santa potente. Nel 1600, durante un’epidemia di peste, apparve sulle mura della città, nei pressi di Porta Terra, ad una donna anziana e promise di guarire i malati e di tenere lontano il morbo. In cambio chiese, in segno di avvenuta guarigione e di riconoscenza, che alle finestre, sui terrazzi, sui tetti, sui pali ai crocicchi delle strade venissero accese lampade ad olio.
Gli scorranesi la proclamarono loro patrona, ne portarono in processione la statua, le consegnarono le chiavi della città.
Ancor oggi, dopo una affollata asta pubblica per designare i portatori, se la caricano in spalla, la portano a Porta Terra, le consegnano le chiavi della città e leggono l’atto di affidamento.
E poi accendono le luci.
Per tre giorni una città fantastica illumina la notte e tante gare di fuochi di artificio si susseguono a ritmo di musica. È uno scenario incantato in un tripudio di luci, colori, suoni, e profumi, davvero indimenticabile per chi ha avuto la fortuna di vederlo almeno una volta.