E qui si balla: la grotta dei cervi di Porto Badisco
L’agitarsi e lo scuotersi in rapporto a serpenti, ragni, scolopendre ed altre creaturine del Buon Dio qui non è cosa di oggi e nemmeno di ieri ma è attestata da almeno 6500 anni.
È un ballo scatenato, una pizzica ante litteram, quella dipinta con guano di pipistrello nella Grotta dei Cervi di Porto Badisco.Uno sciamano, incoronato forse di piume e adorno di una bella coda, balla e compie forse riti propiziatori in rapporto ai serpenti raffigurati fra i suoi piedi.
Al Museo civico di Paleontologia “Decio De Lorentiis” di Maglie è in corso una bella mostra che illustra le pitture rupestri presenti nella Grotta dei Cervi (non visitabile per l’estrema fragilità delle rappresentazioni).
Oltre allo sciamano compaiono scene di caccia, altre forse di raccolta e conservazione di cereali dipinte in ocra rossa e di assemblee ( potrebbero essere letti come anziani seduti intorno al fuoco le figure in quadrato).
Merita davvero una visita questo bel museo di Maglie che conduce il visitatore a riscoprire il Salento dal suo sorgere dallo Jonio fino all’età del Bronzo.
Tra i suoi reperti frammenti di rinoceronti, pinguini, elefanti primigeni, cavalli ormai scomparsi, un dente di Neanderthal e resti di ceramica che attestano rapporti e proficui scambi con le genti micenee.
Qui, in questo lembo di terra emerso alla fine delle ere, ebbero la loro culla le specie umane: prima il Neanderthal e poi il (sedicente) Sapiens Sapiens.
Qui si scheggiò la pietra, qui si dipinsero le prime storie di dei e di uomini, qui approdò Enea, qui fu ed è la Magna Grecia: la nostra civiltà identitaria.